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LA BUSSOLA

Michela frequenta La Bussola ormai dall’aprile 2013. Quando l’abbiamo incontrata la prima volta dormiva in stazione a Padova, si è presentata da noi perché aveva bisogno di fare una doccia. Aveva 38 anni.

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Antonio è separato, ha un figlio, e dopo aver perso il lavoro ha dormito in macchina per circa un mese prima di rivolgersi alla Bussola. Aveva iniziato a lavorare a 15 anni, Antonio, e grazie anche ai nostri operatori è riuscito a ritornare a fare il magazziniere.

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Michela sta facendo più fatica a tornare alla quotidianità, ma viene accompagnata e supportata dal nostro team. Aveva perso la casa, la vicinanza della famiglia, ma soprattutto il coraggio necessario per rimettersi in gioco. Ora Michela è fiduciosa e ha trovato la voglia di rialzarsi e scrivere, finalmente, un nuovo capitolo della sua vita.

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Potrebbero sembrarvi solo storie, ma quelli che leggete sono scorci di vite vere che incontriamo quotidianamente alla Bussola, il centro diurno nel quale offriamo un servizio di prima accoglienza a persone in condizione di grave emarginazione, in particolare senza dimora. Oltre a fornire risposte ai bisogni più urgenti (pasti, docce, lavanderia), promuoviamo attività per sviluppare relazioni e reti sociali, attraverso momenti di ascolto, socializzazione e percorsi di autonomia. Il centro, aperto tutti i giorni da lunedì a sabato, accoglie circa 35 persone; al suo interno, oltre agli operatori, operano numerosi volontari.

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Da aprile 2008 Gruppo R ha avviato, in collaborazione con i Servizi Scolastici del Comune di Padova, il progetto “Il cibo oltre la mensa”. L’iniziativa ha l’obiettivo di raccogliere i pasti che non vengono distribuiti nelle mense scolastiche per destinarli, nello scrupoloso rispetto delle procedure di conservazione, a persone senza dimora o in condizione di emarginazione che quotidianamente frequentano “La Bussola”. 

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La struttura è gestita in collaborazione con il Comune di Padova, l’Istituto dei Padri Rogazionisti e la Caritas Diocesana.

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Da indagine ISTAT-fio.PSD del 2011, nel Nord Est la presenza delle persone senza dimora è stimata a campione nello 0,27% della popolazione residente:

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  • circa 1/4 ha un lavoro precario e saltuario;

  • circa il 53% riceve aiuti da famigliari, amici o privato sociale;

  • tra le principali cause: perdita di lavoro e separazioni.

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Secondo il Fio.PSD il fenomeno è il frutto di processi di impoverimento e di esclusione sociale che affligge un numero di persone sempre crescente e di ogni provenienza e coinvolge aspetti del lavoro, dell’abitare, ma anche le capacità stesse della persona di fronteggiare validamente i percorsi di esclusione. I percorsi di reinserimento, pertanto, si sostanziano in azioni di supporto nella risposta ai bisogni primari (mangiare e dormire), oltre a forme di “aggancio” e di accompagnamento sociale verso stadi progressivi di riabilitazione alla vita autonoma nella comunità.

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