UN'INVINCIBILE ESTATE
«Mia cara, nel bel mezzo dell’odio ho scoperto in me un invincibile amore. Nel bel mezzo delle lacrime ho scoperto in me un invincibile sorriso. Nel bel mezzo del caos ho scoperto in me un’ invincibile tranquillità. Ho compreso, infine, che nel mezzo dell’inverno vi era in me un’invincibile estate. E ciò mi rende felice».
Albert Camus
Il progetto fotografico-narrativo “Un’invincibile estate”, promosso dall'Associazione Avvocato di strada - Padova, nasce con l’intento di rendere visibile e tangibile una porzione di realtà che risulta ai più nascosta, percepita come altra e distante, impregnata di stereotipi e pregiudizi, quale quella del “senza dimora”. Attraverso l’impiego di narrazioni ed immagini ci si propone di accorciare le distanze, riportando l’umano all’umano, in ogni manifestazione dell’incertezza della vita. Grazie alla preziosa collaborazione di chi ha avuto il coraggio di prestare il proprio volto e la propria storia e delle associazioni che hanno aperto i propri luoghi all’occhio dell’obiettivo, si cerca di sensibilizzare alla tematica dei diritti e della giustizia sociale e di allargare lo sguardo sulla tematica togliendo fondamento agli stereotipi.
Attraverso l’uso delle narrazioni, proviamo a promuovere una configurazione differente di colui che vive per strada, il quale, spesso, non mostra una storia così distante da chi ha un tetto sopra la testa. Utilizzando lo strumento della narrazione si porta nel progetto anche il valore aggiunto della collaborazione del “senza dimora”, il quale si trova a partecipare in modo attivo nel raggiungimento dell’obiettivo del progetto, promuovendo così una prospettiva ulteriore alla sua biografia, nell’assunzione di ruolo di “esperto di settore”. Si vuole infine promuovere e rendere nota l’attività dell’associazione “Avvocato di Strada Onlus” e della rete di associazioni che si pre-occupano di persone “senza dimora”.
Per dare una direzione al nostro sguardo siamo partiti dalla frase di Albert Camus e dal concetto di invincibile estate che abbiamo inteso come forza interiore a cui una persona si aggrappa per uscire, superare o sopportare un periodo di estrema difficoltà. L'idea nasce da una riflessione sulla testimonianza di Hamed che nonostante i numerosi ostacoli avuti nella sua vita in Italia (dieci anni di clandestinità, problemi economici etc) si è soffermato molto di più sugli aspetti della sua storia che gli hanno dato la forza di non abbattersi piuttosto che sui momenti negativi.
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Vorremmo quindi, superare lo stereotipo classico legato alla persona senza dimora visto come una persona a carico della società (quindi sostanzialmente inutile e a cui i servizi si rivolgono in maniera assistenzialista) attraverso l'evidenza di quelle affermazioni di forza e coraggio che le persone mettono nel loro percorso per cercare di superare un periodo di difficoltà. Forza intesa oltre che come autodeterminazione, anche come importanza di aiutare queste persone a costruire una narrazione di sé che possa essere positiva, non giudicante e che non assecondi la connotazione sociale addossata alla persona senza dimora.
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Inoltre, i luoghi di ritrovo e di sostegno presenti sul territorio pur presentando lacune e limiti dovuti al proprio statuto di sistema assistenzialistico, vogliono essere rappresentati come luoghi di incontro e di sviluppo di una socialità che può contribuire a dare alla persona un'immagine di sé che non sia pietistica ma di riaffermazione della propria autonomia.